Un tratto distintivo, in fonologia, è una particolare proprietà di un fonema che lo distingue dagli altri fonemi.
In italiano, ad esempio, /p/ e /b/ si differenziano per un solo tratto distintivo: la sonorità. La sonorità, infatti, è proprietà del secondo fonema, non del primo. I tratti distintivi sono utili per descrivere i dettagli dell'articolazione dei foni, per distinguerli, categorizzarli e raggrupparli in classi naturali di suoni simili e per descrivere alcune regole fonologiche che dipendono da tali proprietà.
Non sempre per la descrizione di un suono linguistico viene utilizzata tutta la gamma delle sue proprietà: spesso basta utilizzarne solo alcune e considerare le altre ridondanti. Se guardiamo ad esempio le vocali dell'italiano, la distinzione tra /e/ e /o/ e tra /i/ e /u/ può essere descritta utilizzando il tratto di arretratezza (la cavità orale è ristretta dal ritrarsi della lingua): /e/ e /i/ sono anteriori ([-arretrato]), mentre /o/ e /u/ sono posteriori ([+arretrato]). La stessa distinzione può essere descritta utilizzando il tratto di [± arrotondato] ([+arrotondato] se le labbra sono protese in avanti): /e/ e /i/ sono descritte dal tratto [-arrotondato], mentre /o/ e /u/ sono descritte dal tratto [+arrotondato]. Il secondo tratto può quindi essere considerato superfluo o ridondante: in italiano per descrivere tale opposizione fonologica basta il tratto di arretratezza.
Si dice "pertinente" il tratto distintivo che concorre a mettere un fonema in opposizione ad un altro; al contrario, si dice "non pertinente" o "ridondante" quel tratto che non concorre a ciò. In inglese, ad esempio, le occlusive sorde all'inizio di parola sono aspirate (come in pit, [pʰɪt], 'pozzo', o in town, [tʰɑʊ̯n], 'città'), mentre le occlusive sonore, in contesti identici, non si aspirano (come accade per bit, [bɪt], 'pezzo', o down, [dɑʊ̯n]). L'opposizione tra bit e pit è assicurata dal tratto [±sonoro], mentre il tratto [±aspirato] risulta non pertinente, dato che sia in pit che in town l'aspirazione è obbligata (risultano errate, infatti, le pronunce [pɪt] e [tɑʊ̯n])[1].
Prendendo spunto dai tratti fonologici, altre branche della linguistica hanno utilizzato la nozione di tratto per descrivere i propri oggetti. Si parla dunque di tratti semantici, tratti azionali ecc.